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Non è scritto da un esperto!
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Ott 2025

«Un libro che parla del Sistema Fiscale, dei danni sistemici, dei paradossi strutturali… scritto da uno che non è nemmeno un esperto? E lo dichiara pure?»

Certo. È proprio questo il punto. 

Mi presento nuovamente. 

Vladimiro M. Sansone, piacere. Cittadino  Medio qualsiasi nel paese dei cachi, non un esperto. Solo una persona con conoscenze e competenze normali: quelle che devi mettere in gioco quando sei abbandonato a capire da solo le cose che lo Stato dovrebbe spiegarti in modo CHIARO e COMPRENSIBILE, mettendoti in grado di capire. Le regole della partita. 

È il vantaggio di essere tra quelli che vedono le cose esattamente come sono. Proprio questo è, secondo me, l’aspetto che dà forza a questo testo, perché gli esperti, dopotutto, sono quelli rimasti per anni – decenni – in silenzio mentre il sistema si incasinava sempre di più. 

Perché sono quelli che hanno sempre parlato del problema “sopra ai massimi sistemi”, senza mai mettere a fuoco la causa precisa, singola, monodimensionale. Quelli che non hanno mai levato, a tale causa, l’inutile sovrastruttura di trattazioni e tecnicismo perché, quest’ultima, fosse facilmente comprensibile anche da chi esperto non lo è.

Quelli, infine, che hanno costruito castelli di carte con trattati, parole eleganti, conclusioni inutili e proposte completamente infattibili, inefficienti, inefficaci, deviando l’attenzione e le intenzioni sul grido da piazza. 

È necessaria una maggior sensibilizzazione delle istituzioni! Facciamo vedere che ci siamo! Tutti sotto il parlamento!”.

Che soluzione è? Davvero c’è la convinzione che serva a qualcosa? Sono io a dirlo, questa volta: siamo seri? 

È più probabile che ad ascoltarci siano gli extraterrestri operai che stanno costruendo l’autostrada intergalattica che dovrà passare proprio dove c’è il nostro pianeta azzurro. L’A1 della Via lattea, l’autostrada del sole, ma quello vero…

Tornando sulla terra (dei cachi).

Certo che non sono un esperto. 

Ripresa: né tributarista, nemmeno un fiscalista, o un commercialista.

Non che abbia qualcosa contro tutte queste categorie, non vorrei ci si capisse male. Semplicemente, non avere tutte “queste professionalità da sostenere” fa di me una persona che non ha rendite da difendere, ideologie da mascherare.

Non ho un linguaggio aristo-economi-cratico da proteggere, né un partito da compiacere, oppure amministrazioni e organizzazioni da rappresentare e delle quali prendere le difese. Soprattutto, non me ne frega un cazzo dei formalismi burocratici da camera dei lord.

Quindi si. Non sono un esperto e non parlo come se lo fossi. Né scrivo come tale.

Sono un passante come tanti altri, con un tarlo che gli frulla in testa da molti anni. Una domanda vera, vissuta, pratica, il nocciolo centrale del puzzle. Perché a differenza di molti esperti, che ancora non sono riusciti a fare di meglio nell’isolare il “come mai accade tutto questo”, vivo al livello della quotidianità vera, dei problemi reali di un qualsiasi lavoratore del ceto medio.

Non ho nemmeno nulla da insegnare a nessuno, perché contrariamente da quello che si può credere, incredibilmente, chi “non è esperto” come me, in questo libro non scoprirà nulla di radicalmente nuovo: semplicemente perché ritrae la realtà, le sensazioni e le emozioni che molti, parecchi, tantissimi Cittadini già vivono, subendole quotidianamente. Quelle che si vivono ogni giorno quaggiù, nel mondo reale, dove ci sono anch’io. Dove, se sbagli, ti arriva l’estratto conto, non il paper da discutere al convegno del PDSC.

Chi si sente estraneo a questo mondo di problemi con l’apparato Fisco, in realtà non lo è, anche se lo crede, perché rimane – suo malgrado – un Cittadino di questo stato, coinvolto quindi – anche se ritiene di essere al sicuro – in un meccanismo di danno sistematico. Per queste persone sarà interessante scoprire i molti aspetti sorprendenti della Vexata quaestio. Faranno loro inarcare le sopracciglia mentre le grattano con il culo della BIC. 

Sia il partecipe, sia l’estraneo, troveranno infatti sorpresa nei “perché”, nei SE e negli ALLORA riportati, che consentono di mettere insieme il puzzle di quel quadro da sempre confuso, mai delineato con precisione, del Sistema Fiscale.

Io – lo dico senza problemi – non ho avuto la possibilità di studiare Economia e Commercio, di specializzarmi in materie tributarie. E anche se avessi potuto, non l’avrei fatto, perché non è il lavoro che sognavo di fare nella mia vita. 

Ho scelto altro, ho iniziato una professione che mi piacesse davvero. Ma il mestiere fiscale, perché di un vero altro lavoro si tratta, me lo sono ritrovato addosso. Come milioni di altri Cittadini normali, che vivono con i piedi poggiati sul pavimento, dove quotidianamente devono dividersi tra il mestiere che hanno scelto (o che hanno dovuto accettare) e quello che invece non hanno potuto rifiutare (il “Guerriero amministrativo”). Persone che non hanno avuto nemmeno la possibilità di rassegnarsi, perché il secondo mestiere di lavoratore fiscale non è optional. Fa parte dei doveri del Buon Cittadino, come sdogana l’Agenzia delle Entrate, a detta di quei funzionari con le idee gonfie come mongolfiere che si librano solo in aria.

Perché dalla loro scrivania non capiscono che il dovere del Buon Cittadino è sicuramente pagare le tasse, ma non quello di farsi venire un esaurimento per poterlo fare senza sbagliare.

Per fortuna, quindi, non sono un esperto.

Questo mi ha fatto mantenere l’oggettività di quello che succede veramente nel mondo quotidiano. 

Ci sarà chi alzerà il telefono e chiamerà il collega burocrate, leggendo il libro. «Houston, abbiamo un problema!» 

Non mi interessa.
Chi se ne importa se lassù hanno un problema? Qui sulla terra ne abbiamo molti di più.  Persino i dipendenti del centro di controllo missione ci sono dentro in pieno: anche loro li hanno uguali e identici al resto dei Cittadini, anche se pensano di esserne esonerati perché lavorano per un’agenzia governativa.

Per quanto lo credano, non sono mica la NASA. 

Vladimiro M. Sansone

Nati per ampliare i contenuti dei libri RAWLINE. Capitoli extra, considerazioni, materiale da scaricare, da visionare. A supporto del testo o come aggiunta allo stesso.

E quindi dove sono le proposte?

Scorri perleggere il Rawlog«Ok. Diciamo anche che la situazione delineata nel libro sull’apparato fiscale non sia proprio così campata per aria. Ma dove sono le parti in cui si chiede – con slogan e...

Manca un vero contraddittorio!

Scorri perleggere il Rawlog«Ok. Facciamo che il dialogo con ChatGPT risulta, stranamente, un aspetto curioso. Ma al centro restano, per tutto il libro, l’autore e la sua opinione, i suoi...
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«Un libro che parla del Sistema Fiscale, dei danni sistemici, dei paradossi strutturali… scritto da uno che non è nemmeno un esperto? E lo dichiara pure?»

Certo. È proprio questo il punto.

Mi presento nuovamente.

Vladimiro M. Sansone, piacere. Cittadino  Medio qualsiasi nel paese dei cachi, non un esperto. Solo una persona con conoscenze e competenze normali: quelle che devi mettere in gioco quando sei abbandonato a capire da solo le cose che lo Stato dovrebbe spiegarti in modo CHIARO e COMPRENSIBILE, mettendoti in grado di capire. Le regole della partita.

È il vantaggio di essere tra quelli che vedono le cose esattamente come sono. Proprio questo è, secondo me, l’aspetto che dà forza a questo testo, perché gli esperti, dopotutto, sono quelli rimasti per anni – decenni – in silenzio mentre il sistema si incasinava sempre di più.

Perché sono quelli che hanno sempre parlato del problema “sopra ai massimi sistemi”, senza mai mettere a fuoco la causa precisa, singola, monodimensionale. Quelli che non hanno mai levato, a tale causa, l’inutile sovrastruttura di trattazioni e tecnicismo perché, quest’ultima, fosse facilmente comprensibile anche da chi esperto non lo è.

Quelli, infine, che hanno costruito castelli di carte con trattati, parole eleganti, conclusioni inutili e proposte completamente infattibili, inefficienti, inefficaci, deviando l’attenzione e le intenzioni sul grido da piazza.

È necessaria una maggior sensibilizzazione delle istituzioni! Facciamo vedere che ci siamo! Tutti sotto il parlamento!”.

Che soluzione è? Davvero c’è la convinzione che serva a qualcosa? Sono io a dirlo, questa volta: siamo seri?

È più probabile che ad ascoltarci siano gli extraterrestri operai che stanno costruendo l’autostrada intergalattica che dovrà passare proprio dove c’è il nostro pianeta azzurro. L’A1 della Via lattea, l’autostrada del sole, ma quello vero…

Tornando sulla terra (dei cachi).

Certo che non sono un esperto.

Ripresa: né tributarista, nemmeno un fiscalista, o un commercialista.

Non che abbia qualcosa contro tutte queste categorie, non vorrei ci si capisse male. Semplicemente, non avere tutte “queste professionalità da sostenere” fa di me una persona che non ha rendite da difendere, ideologie da mascherare.

Non ho un linguaggio aristo-economi-cratico da proteggere, né un partito da compiacere, oppure amministrazioni e organizzazioni da rappresentare e delle quali prendere le difese. Soprattutto, non me ne frega un cazzo dei formalismi burocratici da camera dei lord.

Quindi si. Non sono un esperto e non parlo come se lo fossi. Né scrivo come tale.

Sono un passante come tanti altri, con un tarlo che gli frulla in testa da molti anni. Una domanda vera, vissuta, pratica, il nocciolo centrale del puzzle. Perché a differenza di molti esperti, che ancora non sono riusciti a fare di meglio nell’isolare il “come mai accade tutto questo”, vivo al livello della quotidianità vera, dei problemi reali di un qualsiasi lavoratore del ceto medio.

Non ho nemmeno nulla da insegnare a nessuno, perché contrariamente da quello che si può credere, incredibilmente, chi “non è esperto” come me, in questo libro non scoprirà nulla di radicalmente nuovo: semplicemente perché ritrae la realtà, le sensazioni e le emozioni che molti, parecchi, tantissimi Cittadini già vivono, subendole quotidianamente. Quelle che si vivono ogni giorno quaggiù, nel mondo reale, dove ci sono anch’io. Dove, se sbagli, ti arriva l’estratto conto, non il paper da discutere al convegno del PDSC.

Chi si sente estraneo a questo mondo di problemi con l’apparato Fisco, in realtà non lo è, anche se lo crede, perché rimane – suo malgrado – un Cittadino di questo stato, coinvolto quindi – anche se ritiene di essere al sicuro – in un meccanismo di danno sistematico. Per queste persone sarà interessante scoprire i molti aspetti sorprendenti della Vexata quaestio. Faranno loro inarcare le sopracciglia mentre le grattano con il culo della BIC.

Sia il partecipe, sia l’estraneo, troveranno infatti sorpresa nei “perché”, nei SE e negli ALLORA riportati, che consentono di mettere insieme il puzzle di quel quadro da sempre confuso, mai delineato con precisione, del Sistema Fiscale.

Io – lo dico senza problemi – non ho avuto la possibilità di studiare Economia e Commercio, di specializzarmi in materie tributarie. E anche se avessi potuto, non l’avrei fatto, perché non è il lavoro che sognavo di fare nella mia vita.

Ho scelto altro, ho iniziato una professione che mi piacesse davvero. Ma il mestiere fiscale, perché di un vero altro lavoro si tratta, me lo sono ritrovato addosso. Come milioni di altri Cittadini normali, che vivono con i piedi poggiati sul pavimento, dove quotidianamente devono dividersi tra il mestiere che hanno scelto (o che hanno dovuto accettare) e quello che invece non hanno potuto rifiutare (il “Guerriero amministrativo”). Persone che non hanno avuto nemmeno la possibilità di rassegnarsi, perché il secondo mestiere di lavoratore fiscale non è optional. Fa parte dei doveri del Buon Cittadino, come sdogana l’Agenzia delle Entrate, a detta di quei funzionari con le idee gonfie come mongolfiere che si librano solo in aria.

Perché dalla loro scrivania non capiscono che il dovere del Buon Cittadino è sicuramente pagare le tasse, ma non quello di farsi venire un esaurimento per poterlo fare senza sbagliare.

Per fortuna, quindi, non sono un esperto.

Questo mi ha fatto mantenere l’oggettività di quello che succede veramente nel mondo quotidiano.

Ci sarà chi alzerà il telefono e chiamerà il collega burocrate, leggendo il libro. «Houston, abbiamo un problema!»

Non mi interessa.
Chi se ne importa se lassù hanno un problema? Qui sulla terra ne abbiamo molti di più.  Persino i dipendenti del centro di controllo missione ci sono dentro in pieno: anche loro li hanno uguali e identici al resto dei Cittadini, anche se pensano di esserne esonerati perché lavorano per un’agenzia governativa.

Per quanto lo credano, non sono mica la NASA.

Vladimiro M. Sansone