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«Ok. Facciamo che il dialogo con ChatGPT risulta, stranamente, un aspetto curioso. Ma al centro restano, per tutto il libro, l’autore e la sua opinione, i suoi ragionamenti, le sue conclusioni. Manca un confronto reale con chi difende il sistema: manca la voce dell’Agenzia delle Entrate, per esempio, del legislatore, del fiscalista “di Stato”. Il libro è sbilanciato. Manca il contraddittorio!»
Sì, proprio così. Figurarsi se serve il contraddittorio.
Non è scritto da nessuna parte che i contenuti di questo libro debbano rappresentare entrambe le parti. Qui si rappresenta solo la realtà dei fatti. Visti dal punto di vista del Cittadino Medio e tutti quelli che sono nella stessa situazione.
È un libro, non un’argomentazione legale. E anche se lo fosse, lo Stato ha già mezzi più che sufficienti per rappresentarsi da solo: risorse legali, personale, canali ufficiali, media, agenzie stampa, come nessun altro organo o ente in Italia. Può tranquillamente costruirselo in autonomia, il contraddittorio di una situazione in cui ti mette – costantemente, ogni giorno del mese dell’anno – lui.
Come già anticipato, il libro non vuole essere un’argomentazione giuridica, anche se, devo ammetterlo, da un certo punto in poi dovrebbe diventare chiaro a lorsignori che la struttura delle analisi e delle riflessioni è stata impostata in modo che fosse “tecnicamente composta dai passaggi necessari a esserlo” (manca giusto il contraddittorio): mi solleticava l’idea di fornire un assist a chiunque – un avvocato, un giornalista, un gianninista – trovi nel libro la struttura per isolare un costrutto coerente e trasformarlo, usando un linguaggio tecnico e adatto alla materia legale, che si possa utilizzare anche solo per lanciare un sasso in questo “mare di fluido non newtoniano” e incresparne la superficie con altre onde (ce ne sono già tante). Fosse utile a questo scopo anche un solo capitolo, anche un singolo paragrafo, ne sarei felice.
Quindi no: il testo non prevede, né ricerca, un contraddittorio.
Quest’ultimo sarà, nel caso interessi, a carico di chi si sentirà preso in causa da contenuti e riflessioni che vendono cara la pelle: che faccia la stessa fatica del Cittadino Medio, che provi lo stesso nervoso, che porti anch’esso la propria croce.
Non aggiungo “che sborsi i propri soldi per farsi aiutare da un consulente, un esperto, un giurista” perché , alla fine, come sempre, saranno quelli dei contribuenti.
Non è un problema quando deve sborsarli il Cittadino, no?
Perché dovrebbe esserlo per l’Amministrazione Pubblica, allora?
Alla fine, sempre soldi del Cittadino sono.
Che sia un “non vedo dov’è un problema” anche per quest’ultima, così ci teniamo compagnia una volta in più, fianco a fianco, braccia sulle spalle dell’altro mentre facciamo insieme fandango per non affondare.
Ma c’è anche un’altra considerazione. SE l’Amministrazione Pubblica, lo Stato o le Agenzie dell’apparato fiscale potessero commissionare un contraddittorio, magari a un loro funzionario interno che conosce bene le procedure del Fisco, oppure a un consulente di fiducia, ALLORA dimostrerebbero di avere tempo anche per rimuovere l’ostacolo del sistema. Giusto? Altrimenti si potrebbe pensare che hanno le competenze per difendersi ma non per agire in favore del Cittadino, per rimuovere l’ostacolo, per garantirgli la dignità.
Se lo Stato ha tempo per difendersi, in pratica, ha tempo anche per scrivere una memoria, un libro, tirando fuori procedure e istruzioni: le uniche cose che possono confutare, in un colpo solo, quello che è riportato nel libro. Ovviamente con l’accortezza di scriverle con CHIAREZZA e SEMPLICITÀ, altrimenti la maggior parte dei telespettatori di questa nuova edizione di “Anche i ricchi piangono” non comprenderanno la lingua di uno degli attori principali. Corretto?
Per i più giovani: “Anche i ricchi piangono” è stata una grande telenovela degli anni 80, arrivata a noi dall’America Latina, le cui infinite tragedie quotidiane di tale Mariana – se non ricordo male il nome – hanno tenuto attaccati alla TV milioni di italiani con le loro disgrazie.
Dicevo: che scrivano quindi. Che impieghino giorni e notti. Che piangano. Che ci ridano sopra, se serve loro per essere produttivi.
Ma che lo facciano, questo contraddittorio. Lo aspetto a braccia aperte.
L’intero libro si può smontare unicamente dimostrando che la presenza dell’assenza (Capitolo 7), l’ineducazione dell’educazione (8), il cerchio del punto (9), il sistematico del sistemico (10), il sotto del sopra (11), l’ordine del disordine (etc), il pieno del vuoto, la luce del buio, l’esplosione dell’implosione, il pregio dello spregio, l’elisir del veleno e, soprattutto, la Catarsi della malora, sono tutte, nessuna esclusa, elucubrazioni mentali inesistenti perché le procedure CHIARE e SEMPLICI esistono, da qualche parte.
Che lo dimostrino, e l’intero libro sparirà nel baratro, come succede spesso a tanto altro materiale che parla della distorsione del Sistema Fiscale italiano.
Faccio notare, però, che nel contraddittorio di un’assenza, non è sufficiente negarla confondendo le carte. È necessario dimostrarla al di la di ogni ragionevole dubbio, rendendo solida e tangibile la presenza di uno strumento con il quale, invece e all’opposto da quanto sostenuto, è possibile, tranquillamente, rimuovere l’ostacolo, livellando al minimo possibile i danni sistematici che percuotono, anno dopo anno, la schiena di molti, moltissimi Cittadini.
Quindi se proprio qualche strenuo difensore si sentisse in dovere di scrivere qualcosa sull’argomento – fatto salvo ancora il fatto che potrebbe passare il suo tempo a collaborare a risolvere il problema, non a difenderlo – è ben accetto.
Farebbe piacere anche a me. Potrebbe aprire lo spazio per un secondo volume, di confronto, magari scritto da un funzionario che conosce – in prima persona – risposte precise alle domande che io ho posto a ChatGPT. Tutte, dalla prima all’ultima. Altrimenti costruirebbe un contradittorio monco.
Potrebbe persino essere per lo stesso l’occasione per smontarne il costrutto di questo libro, no?
Propongo una sola regola: usare le stesse regole.
Logica, raziocinio, oggettività, obiettività.
Chiarezza. Semplicità. Onestà intellettuale. Trasparenza. Tenendo conto di chi leggerà (io, il Cittadino Medio), e utilizzando elenchi numerati o puntati per descrivere processi e procedure, preoccupandosi di spiegare i termini tecnici con parole semplici come farebbe un qualsiasi vocabolario o un glossario, ed esponendo gli argomenti in ordine sequenziale, progressivo, costruendo una scala di comprensione un gradino dopo l’altro.
Non dovrebbe essere difficile per lo Stato trovare un collaboratore, un funzionario o un dirigente in grado di farlo, o no?
“In grado”, ho scritto. Non “con i gradi”. Altrimenti, come riportato nel testo, avremmo un problema.
«Houston! Avete sentito?»
«Si. Avete un problema. Ma non dovreste essere astronauti con le competenze per risolverlo? Chi siete? Che cazzo ci fate lassù?»
Qui sulla terra abbiamo bisogno di risposte alle domande di questo libro. Tutte. Nessuna esclusa.
Magari aggiungendo anche un po’ di “emozione indotta”, tanto per dimostrare che a scrivere è un Cittadino, un lavoratore, non un omino grigio, burocrate difensore di una posizione politica o un’ideologia che, come un cilindro per le caldarroste con la superficie piena di fori, quando viene prodotta una stronzata, non permette nemmeno di capire da che buco è uscita…
Scrivendo un contradittorio, in poche parole, non come un funzionario, non come un dirigente, ma come una persona qualsiasi che parla di un argomento che riguarda tutti mettendo sul piatto innanzitutto sé stesso, non l’istituzione che rappresenta, in modo che vi siano le stesse identiche condizioni: impossibilità di pilotare le risposte.
Che sia un confronto tra le parti a testa alta, guardandosi negli occhi, con rispetto delle idee altrui.
Che la coscienza sia quella di un incontro tra pirati.
Perché – per quanto alcuni non si sentano tali al riparo dietro le proprie scrivanie – pirati lo sono tutti, in questo Stato. Ognuno arranca per restare a galla, nel proprio piccolo mondo: non è forse questo quello che fa anche il funzionario pubblico o un consulente dello Stato che deve prenderne le parti per il contraddittorio per non perdere la poltronissima?
Confermo quindi che questo testo non ha contraddittorio proprio. È solo un soggettivo composto di “elementi di un percorso” di chi – come me – domande ne ha poste per anni, a tanti funzionari, senza mai riceverne risposte CHIARE e SEMPLICI da comprendere.
Confermo anche che la mia speranza è proprio che qualcuno lo scriva, smontandone i capitoli uno dopo l’altro. Significherebbe, semplicemente, che il modo di rimuovere l’ostacolo alla dignità di un Cittadino esiste.
Un ostacolo tanto piccolo da superare per un’Amministrazione Pubblica, quanto devastante negli effetti per i Cittadini.
Nati per ampliare i contenuti dei libri RAWLINE. Capitoli extra, considerazioni, materiale da scaricare, da visionare. A supporto del testo o come aggiunta allo stesso.
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«Ok. Facciamo che il dialogo con ChatGPT risulta, stranamente, un aspetto curioso. Ma al centro restano, per tutto il libro, l’autore e la sua opinione, i suoi ragionamenti, le sue conclusioni. Manca un confronto reale con chi difende il sistema: manca la voce dell’Agenzia delle Entrate, per esempio, del legislatore, del fiscalista “di Stato”. Il libro è sbilanciato. Manca il contraddittorio!»
Sì, proprio così. Figurarsi se serve il contraddittorio.
Non è scritto da nessuna parte che i contenuti di questo libro debbano rappresentare entrambe le parti. Qui si rappresenta solo la realtà dei fatti. Visti dal punto di vista del Cittadino Medio e tutti quelli che sono nella stessa situazione.
È un libro, non un’argomentazione legale. E anche se lo fosse, lo Stato ha già mezzi più che sufficienti per rappresentarsi da solo: risorse legali, personale, canali ufficiali, media, agenzie stampa, come nessun altro organo o ente in Italia. Può tranquillamente costruirselo in autonomia, il contraddittorio di una situazione in cui ti mette – costantemente, ogni giorno del mese dell’anno – lui.
Come già anticipato, il libro non vuole essere un’argomentazione giuridica, anche se, devo ammetterlo, da un certo punto in poi dovrebbe diventare chiaro a lorsignori che la struttura delle analisi e delle riflessioni è stata impostata in modo che fosse “tecnicamente composta dai passaggi necessari a esserlo” (manca giusto il contraddittorio): mi solleticava l’idea di fornire un assist a chiunque – un avvocato, un giornalista, un gianninista – trovi nel libro la struttura per isolare un costrutto coerente e trasformarlo, usando un linguaggio tecnico e adatto alla materia legale, che si possa utilizzare anche solo per lanciare un sasso in questo “mare di fluido non newtoniano” e incresparne la superficie con altre onde (ce ne sono già tante). Fosse utile a questo scopo anche un solo capitolo, anche un singolo paragrafo, ne sarei felice.
Quindi no: il testo non prevede, né ricerca, un contraddittorio.
Quest’ultimo sarà, nel caso interessi, a carico di chi si sentirà preso in causa da contenuti e riflessioni che vendono cara la pelle: che faccia la stessa fatica del Cittadino Medio, che provi lo stesso nervoso, che porti anch’esso la propria croce.
Non aggiungo “che sborsi i propri soldi per farsi aiutare da un consulente, un esperto, un giurista” perché , alla fine, come sempre, saranno quelli dei contribuenti.
Non è un problema quando deve sborsarli il Cittadino, no?
Perché dovrebbe esserlo per l’Amministrazione Pubblica, allora?
Alla fine, sempre soldi del Cittadino sono.
Che sia un “non vedo dov’è un problema” anche per quest’ultima, così ci teniamo compagnia una volta in più, fianco a fianco, braccia sulle spalle dell’altro mentre facciamo insieme fandango per non affondare.
Ma c’è anche un’altra considerazione. SE l’Amministrazione Pubblica, lo Stato o le Agenzie dell’apparato fiscale potessero commissionare un contraddittorio, magari a un loro funzionario interno che conosce bene le procedure del Fisco, oppure a un consulente di fiducia, ALLORA dimostrerebbero di avere tempo anche per rimuovere l’ostacolo del sistema. Giusto? Altrimenti si potrebbe pensare che hanno le competenze per difendersi ma non per agire in favore del Cittadino, per rimuovere l’ostacolo, per garantirgli la dignità.
Se lo Stato ha tempo per difendersi, in pratica, ha tempo anche per scrivere una memoria, un libro, tirando fuori procedure e istruzioni: le uniche cose che possono confutare, in un colpo solo, quello che è riportato nel libro. Ovviamente con l’accortezza di scriverle con CHIAREZZA e SEMPLICITÀ, altrimenti la maggior parte dei telespettatori di questa nuova edizione di “Anche i ricchi piangono” non comprenderanno la lingua di uno degli attori principali. Corretto?
Per i più giovani: “Anche i ricchi piangono” è stata una grande telenovela degli anni 80, arrivata a noi dall’America Latina, le cui infinite tragedie quotidiane di tale Mariana – se non ricordo male il nome – hanno tenuto attaccati alla TV milioni di italiani con le loro disgrazie.
Dicevo: che scrivano quindi. Che impieghino giorni e notti. Che piangano. Che ci ridano sopra, se serve loro per essere produttivi.
Ma che lo facciano, questo contraddittorio. Lo aspetto a braccia aperte.
L’intero libro si può smontare unicamente dimostrando che la presenza dell’assenza (Capitolo 7), l’ineducazione dell’educazione (8), il cerchio del punto (9), il sistematico del sistemico (10), il sotto del sopra (11), l’ordine del disordine (etc), il pieno del vuoto, la luce del buio, l’esplosione dell’implosione, il pregio dello spregio, l’elisir del veleno e, soprattutto, la Catarsi della malora, sono tutte, nessuna esclusa, elucubrazioni mentali inesistenti perché le procedure CHIARE e SEMPLICI esistono, da qualche parte.
Che lo dimostrino, e l’intero libro sparirà nel baratro, come succede spesso a tanto altro materiale che parla della distorsione del Sistema Fiscale italiano.
Faccio notare, però, che nel contraddittorio di un’assenza, non è sufficiente negarla confondendo le carte. È necessario dimostrarla al di la di ogni ragionevole dubbio, rendendo solida e tangibile la presenza di uno strumento con il quale, invece e all’opposto da quanto sostenuto, è possibile, tranquillamente, rimuovere l’ostacolo, livellando al minimo possibile i danni sistematici che percuotono, anno dopo anno, la schiena di molti, moltissimi Cittadini.
Quindi se proprio qualche strenuo difensore si sentisse in dovere di scrivere qualcosa sull’argomento – fatto salvo ancora il fatto che potrebbe passare il suo tempo a collaborare a risolvere il problema, non a difenderlo – è ben accetto.
Farebbe piacere anche a me. Potrebbe aprire lo spazio per un secondo volume, di confronto, magari scritto da un funzionario che conosce – in prima persona – risposte precise alle domande che io ho posto a ChatGPT. Tutte, dalla prima all’ultima. Altrimenti costruirebbe un contradittorio monco.
Potrebbe persino essere per lo stesso l’occasione per smontarne il costrutto di questo libro, no?
Propongo una sola regola: usare le stesse regole.
Logica, raziocinio, oggettività, obiettività.
Chiarezza. Semplicità. Onestà intellettuale. Trasparenza. Tenendo conto di chi leggerà (io, il Cittadino Medio), e utilizzando elenchi numerati o puntati per descrivere processi e procedure, preoccupandosi di spiegare i termini tecnici con parole semplici come farebbe un qualsiasi vocabolario o un glossario, ed esponendo gli argomenti in ordine sequenziale, progressivo, costruendo una scala di comprensione un gradino dopo l’altro.
Non dovrebbe essere difficile per lo Stato trovare un collaboratore, un funzionario o un dirigente in grado di farlo, o no?
“In grado”, ho scritto. Non “con i gradi”. Altrimenti, come riportato nel testo, avremmo un problema.
«Houston! Avete sentito?»
«Si. Avete un problema. Ma non dovreste essere astronauti con le competenze per risolverlo? Chi siete? Che cazzo ci fate lassù?»
Qui sulla terra abbiamo bisogno di risposte alle domande di questo libro. Tutte. Nessuna esclusa.
Magari aggiungendo anche un po’ di “emozione indotta”, tanto per dimostrare che a scrivere è un Cittadino, un lavoratore, non un omino grigio, burocrate difensore di una posizione politica o un’ideologia che, come un cilindro per le caldarroste con la superficie piena di fori, quando viene prodotta una stronzata, non permette nemmeno di capire da che buco è uscita…
Scrivendo un contradittorio, in poche parole, non come un funzionario, non come un dirigente, ma come una persona qualsiasi che parla di un argomento che riguarda tutti mettendo sul piatto innanzitutto sé stesso, non l’istituzione che rappresenta, in modo che vi siano le stesse identiche condizioni: impossibilità di pilotare le risposte.
Che sia un confronto tra le parti a testa alta, guardandosi negli occhi, con rispetto delle idee altrui.
Che la coscienza sia quella di un incontro tra pirati.
Perché – per quanto alcuni non si sentano tali al riparo dietro le proprie scrivanie – pirati lo sono tutti, in questo Stato. Ognuno arranca per restare a galla, nel proprio piccolo mondo: non è forse questo quello che fa anche il funzionario pubblico o un consulente dello Stato che deve prenderne le parti per il contraddittorio per non perdere la poltronissima?
Confermo quindi che questo testo non ha contraddittorio proprio. È solo un soggettivo composto di “elementi di un percorso” di chi – come me – domande ne ha poste per anni, a tanti funzionari, senza mai riceverne risposte CHIARE e SEMPLICI da comprendere.
Confermo anche che la mia speranza è proprio che qualcuno lo scriva, smontandone i capitoli uno dopo l’altro. Significherebbe, semplicemente, che il modo di rimuovere l’ostacolo alla dignità di un Cittadino esiste.
Un ostacolo tanto piccolo da superare per un’Amministrazione Pubblica, quanto devastante negli effetti per i Cittadini.

